Essere profumo o non essere profumo?
Per noi appassionati di profumo la risposta è, senza dubbio:
“Essere Profumo”
I dubbi ci sono invece sulle origini e i natali di William Shakespeare, di cui si celebra il 23 aprile. sia la nascita che la morte. (23 aprile 1564-23 aprile 1616). Ma se sul luogo dove il Grande Bardo emise il suo ultimo respiro, Stratford- on- Avon, non ci sono dubbi, sul luogo dove emise i suoi primi vagiti, c’è più di un ragionevole dubbio.
Un eminente professore, tale Juvara, afferma che Shakespeare sia in realtà nato a Messina. Il suo vero nome sarebbe stato Michelangelo Florio Crollalanza, figlio di Giovanni Florio e Guglielma Crollalanza. Il suo nome inglese non sarebbe altro che la traduzione al maschile del nome della madre in inglese, Guglielma (William) e il cognome della stessa ( “shake” “scrolla” “speare” “lancia” ).
. Ci si è sempre chiesti come potesse un persona di così semplici origini, senza grandi studi alle spalle, avere conoscenze, nozioni storiche e letterarie, tanto ampie da poter scrivere tali capolavori. L’enigma potrebbe essere spiegato, dicendo che i genitori messinesi, padre medico e nobildonna la madre, di fede ambedue calvinista, furono costretti a scappare, durante l’Inquisizione spagnola, per non fare la stessa fine dell’amico Giordano Bruno,la cui triste sorte ben si conosce.
I primi dubbi sui natali di Shakespeare. nacquero quando, nei primi anni ’20, fu ritrovato un volume di proverbi, intitolato ” I secondi frutti”, scritto nel 1500 da tale Michelangelo Crollalanza. Nel suddetto volume si nota la similitudine, se non l’uguaglianza in taluni casi, con molti detti citati nell’Amleto, dramma che si svolge in Danimarca, terra solcata dal passaggio di Crollalanza verso l’Inghilterra.
Ofelia (da Amleto)
Da lì, indagando sull’identità di tale Crollalanza, si scoprì della partenza da Messina dell’intera famiglia Florio, per sfuggire all’Inquisizione che era ormai sulle loro tracce.
Nel tragitto lungo l’Italia, la famiglia si fermò per un certo periodo vicino a Venezia, nello stesso luogo dove, leggende locali, dicevano che anni prima abitasse un tale di nome Otello, un mercenario veneziano, che, pazzo di gelosia, uccise la moglie come nella famosissima opera “Otello”.
Michelangelo Crollalanza studia a Venezia, Padova e Mantova, viaggia in Danimarca, in Spagna, Austria e Grecia, fino ad arrivare, nel 1588, in Inghilterra. Lì il caso vuole che ritrovi dei parenti della madre, alla quale era morto un figlio, del quale ne diventa il sostituto.
Non fa una grinza. Ed ecco che questa storia potrebbe spiegare come un inglese del XVI secolo, in un epoca nella quale la comunicazione e la conoscenza di altre terre era un privilegio per pochi, conoscesse così bene l’Italia, la Danimarca e altri luoghi dell’Europa di allora. In effetti, ben 17 delle 37 opere del grande Bardo, sono ambientate in Italia.
Perchè non se ne parla?! Innanzitutto penso che al mondo anglosassone non farebbe molto piacere, che il loro più grande e celebrato poeta scrittore del mondo intero, potesse essere nato in Italia, anzichè in Inghilterra. E’ un pò come se a noi dicessero che Leonardo non era nato a Vinci bensì in Spagna! Un altro motivo è che, quello che conta, inglese o italiano che fosse, Shakespeare è stato un dono dell’Universo all’umanità intera,, regalandoci frasi e pensieri intrisi di “Eternità” ed Immensità, sempre attuali a 4 secoli di distanza dalla sua morte.
Il mio pensiero torna sui sonetti n°5 e 6, nei quali, con grazia ed eleganza, Shakespeare ci conduce a pensare alla straordinarietà. del distillare l’essenza dei fiori, per rendere eterna l’estate del nostro cuore, sigillando il liquido prezioso in flaconi con pareti di vetro. Meravigliosi versi che toccano le corde del cuore.
Sonetto n°5
“…Se l’essenza distillata dell’estate non rimanesse allora
Una liquida prigioniera racchiusa dentro pareti di vetro,
L’effetto della bellezza, della bellezza sarebbe privato,
E, senza quella, nessun ricordo ci sarebbe di ciò che fu:
Ma i fiori distillati, anche se vanno incontro all’inverno,
Mutano solo sembianza; la loro sostanza rimane sempre dolce…”Sonetto n°6
“Allora fa che la ruvida mano dell’inverno non cancelli
L’estate che c’è in te, prima che tu venga distillato
Col tesoro della tua bellezza, prima che essa si annienti…”
Pochi giorni fa, insieme ad altri appassionati di profumi, ci siamo divertiti a scovare quale fosse il profumo della novantenne Regina Elisabetta, individuandolo tra alcuni profumi di Floris, maison inglese antichissima, che vanta numerosi warrants meritati, conferiti loro dalla famiglia reale inglese.
Per Shakespeare si potrebbe pensare subito alle nota classica della lavanda, tanto amata dagli inglesi tanto quanto quella talcata da noi italiani, ma alla luce di quanto sopra rivelato, ho pensato non solo ad un profumo, ma ad un melange di odori che unissero le sue ipotetiche origini italiane, tradotte liberamente nelle atmosfere olfattive delle sue opere, sul percorso di vita, che lo portò poi a stabilirsi a Londra.
La prima nota che mi è sorta in mente, pensando alla città di Messina e alla bellissima Sicilia, è il Neroli, o meglio la Zagara, (la denominazione Neroli dei fiori di arancio amaro arrivò successivamente grazie alla popolarità data ai fiori d’arancio dalla Contessa de Noirmoutier, moglie del Conte Orsini, principe di Nerola, ). Il nome Zagara viene invece dall’arabo “Zahr” e i fiori d’arancio venivano usati fin dall’antichità nella medicina araba, cultura che ebbe forte influenza in Sicilia.
La brillante commedia ” Molto Rumore per nulla” è ambientata proprio a Messina. Nello scenario dei suoi giardini dove si svolge la storia, filari di cipressi conducono alla dimora, dove i fiori d’arancio incoronano gli innamorati finalmente ritrovatisi.Ancora in Italia, la celeberrima opera” Giulietta e Romeo” non lascia dubbi al profumo della Rosa come protagonista, interprete principale, simbolo di eterno amore.
Che significa Montecchi? Nulla: non una mano, non un piede, non un braccio, non la faccia, né un’altra parte qualunque del corpo di un uomo. Che cosa c’è in un nome? Ciò che noi chiamiamo con il nome rosa, anche se lo chiamassimo con un altro nome, serberebbe pur sempre lo stesso dolce profumo.
Da Verona a Venezia. Nel dramma di “Otello”, il Moro di Venezia, si rincorrono amore e odio, paradiso e inferno. In esso molti intravedono un capovolgimento degli stereotipi del Bianco uguale Purezza, Nero uguale Cattivo. Incredibile modernità di vedute. Ma che note possono ricordare la passione, la gelosia, l’ira più sconvolgente, l’amarezza unita al dolore nel momento in cui Otello si rende conto di aver ucciso la sua amata neppur colpevole?!
Mi viene in mente una Rosa Rossa vellutata, le cui spine taglienti si conficcano nella corteccia resinosa di una Commiphora, fino a farle sanguinare lacrime di Mirra. Spostandoci in un altro luogo toccato da quel famoso Crollalanza, la Grecia, ritroviamo una delle mie opere preferite:
Sogno di una Notte di mezza estate
Nei boschi della Grecia molti sono gli aromi che potrei sentire nell’aria: non mancano gli agrumi, (il giardino delle Esperidi di tradizione ellenica) , dei gelsomini che si abbracciano ai caprifogli, inerpicandosi sulle pietre da dove spuntano ciuffi di salvia sclarea, erba magica e potente usata nei riti sciamanici .
Il percorso sarebbe ancora molto lungo. Dovremmo passare ancora dalla Danimarca di Amleto, dalla Scozia di Macbeth, dall’Egitto di Antonio e Cleopatra ed altri ancora.
Ma voglio ricordare, tra le opere ambientate in Italia, tra Padova e Verona, “La Bisbetica Domata”, commedia nella quale la considerazione sul genere femminile è molto scarsa. La rappresentazione non è la mia preferita . Mette in evidenza due atteggiamenti del genere umano che detesto: la falsità e l’ipocrisia.
Queste due parole non possono avere un buon odore, ancor meno l’ipocrisia, perchè, se la prima, la falsità, è come l’olio che prima o poi viene a galla, la seconda, l‘ipocrisia, afflizione di cui si vestono le persone che hanno bisogno di indossare maschere nel patetico tentativo di poter piacere a tutti, l’ipocrisia è subdola e a volte difficile da smascherare,… e ha un terribile odore di marciume.
Jean- Claude Ellena, grande maitre-parfumeur, afferma:
“L’odore è la parola, il profumo è la letteratura”
Ognuno scrive il libro della propria vita con parole che odorano di fogna oppure di fiori e aliti di miele profumati. C’è chi scrive un romanzo scritto con un’inchiostro puzzolente e chi su pagine bianche come un bucato steso ad asciugare, profumato dalle dolci brezze dei fiori in primavera…come William Shakespeare …o forse Michelangelo Florio Crollalanza?!
Ella
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Che bell’articolo!!!
Ma cosa lo dico a fare, ormai ci siamo abituati alla tua grazia e alla perizia che ci mostri nel raccontare con leggerezza storie che per un verso o per l’altro s’intrecciano tra di loro.
Sì, un bell’articolo davvero.
E poi ho scoperto che il caro William – ormai posso chiamarlo affettuosamente così – è Siculo e di Messina tra l’altro, la mia terra e la mia città di origine.
Insomma, compaesano iè!!! 🙂
Evvabè, scusa l’ardire, ma ci vuole, non trovi?
Ciao carissima, poi torno. 🙂
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Chissà qual’è la verità?! Qualsiasi Essa sia, la ricerca sulle origini del grande William, mi ha dato l’opportunità di meditare sul distillare me stessa per darmi un alone di eternità!…Mi ci vuole proprio oggi, questa illusione di eternità, mentre un’altra candelina si è accesa sulla torta della mia vita…
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Anche questa volta mi è capitato, alla fine del tuo articolo, di rimanere per un attimo come sospesa, Poi, appena mi è stato possibile, sono andata a ricercare, scoprire, verificare… Sei semplicemente magica. Grazie di esistere!
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Che dire?! Semplicemente grazie di cuore. Ne approfitto di questo commento per dire che per due/tre settimane resterò ferma sul Blog. Sto lavorando ad un progetto a cui tengo molto. Quando sarò pronto, dopo la presentazione, lo pubblicherò in più puntate. A presto.
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I tuoi articoli e quest’ultimo in modo particolare svegliano la curiosità di approfondire gli argomenti che abilmente e con leggerezza sai intrecciare.
Grazie e al prossimo…
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I commenti, i messaggi di approvazione che sto ricevendo personalmente, tramite email ed in altri modi, non lo nego, mi fanno piacere. Un pò rimango stupita di tanta benevolenza nei miei confronti, probabilmente perchè la mia natura schiva e riservata, non si rende ancora conto di avere qualcosa da dire, che possa suscitare interesse e curiosità. Non sto facendo altro che mettere in sinergia le conoscenze che ho accumulato in tanti anni, nel mondo degli aromi, della natura e delle svariate discipline olistiche che ho approfondito negli anni, Servirà qualcosa diventare grandi?! o no?!
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L’ha ripubblicato su LA VITA PRESA PER IL NASO.
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Fantastica come sempre, Ella!
I tuoi bellissimi scritti sono una carezza per l’anima ed uno stimolo per approfondire ed ampliare le proprie conoscenze
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Grazie cara Giovanna. 🙏 Spero di poterti incontrare presto. Un abbraccio grande 🥰
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