… Fioriva nel giardino di Saint Paul de Vence, ultima dimora di Marc Chagall, in questi giorni.
Il 7 Luglio 1887, nacque l’artista che rese Visibile l’Invisibile.
L’Incontro con l’Agapanthus.
C’era una volta una racconta storie, la quale un giorno decise di raccontare a chi volesse ascoltare la sua magica follia, qualche storia profumata che le era capitata, per caso o non per caso, sta al lettore giudicare.
Una mattina d’estate, con il sole che aveva già asciugato la rugiada sulla terra, si ritrovò a passeggiare in un parco cittadino. Lo faceva spesso. Era bello vedere i riflessi della luce del sole, intrufolarsi tra le fronde dei pioppi che, tremanti al pur minimo accenno di vento, inondavano di cielo il verde sottostante.ph Ella Donati
Accompagnata dalla sua amata cagnolina, la Racconta Storie passava di lì quasi tutti i giorni, ammirando il cambiamento nei colori della natura con il susseguirsi delle stagioni.
ph Ella Donati
Era molto divertente il ripetersi quotidiano di questo rituale. La cagnolina e la sua padrona salivano sul ponticello, si fermavano a metà con lo sguardo verso i cigni, e loro, uno in particolare chiamato Swan, (che fantasia!) arrivava subito, emettendo strani gridolini verso di loro. Anche Gwen era molto felice di vederli. E’ vero. Qualche volta di nascosto avevano dato loro qualche briciolina, ma anche quando gli occhi vigili dei guardiani incombevano su di loro, i cigni arrivavano a salutarle.
Proseguirono sul sentiero dei fiori come lei lo chiamava, distante pochi metri dal percorso asfaltato del parco.
La ghiaietta scrocchiava sotto le suole delle scarpe ed era questo un suono che le piaceva molto. S’illudeva di percorrere un viottolo di un bellissimo giardino, anzichè quello di un parco cittadino. Così, mentre il naso rincorreva qualche farfalla per vedere dove andasse a posarsi, su quale fiore e su quale profumo, quella mattina, più che un profumo ciò che la colpì, furono dei bellissimi fiori, che si ergevano dal terreno, su un gambo verde e lungo, alla cui sommità appariva questa sfera composta da tanti fiori, perfettamente rotonda, di un colore blu pervinca straordinario. Che meraviglia! Sembravano portare il Mondo in palmo di mano! Ops! Volevo dire in cima al gambo! Erano i magnifici Agapanthus!
Si avvicinò per annusarli, ma non sentì nulla, poi pensò a Marc Chagall, ai suoi colori, ai blu delle sue vetrate , ai suoi gialli e verdi che riflettono i paradigmi dell’Universo e cominciò a percepire il profumo nel gambo verde, appoggiato nella morbida terra, vicino al tronco di una vecchia quercia secolare che emanava sentori di muschi e cortecce.
ph Ella Donati Agapanthus su Trompe l’oeil
Comprese che, se solo lo avesse immaginato, in quel fiore rotondo come la Terra, fatto di fiori a volte schiusi e a volte no, poteva sentirci tutti profumi di quel giardino tanto amato da Marc Chagall, a Saint Paul de Vence, nel sud della Francia, dimora degli ultimi anni della sua lunga vita.
Chagall, colui che, attraverso le sue opere, rese visibile l’Invisibile. Lui amante della Vita e dell’Amore, tanto da dedicare moltissime delle sue opere alla sua amatissima Belle, mancata troppo presto. Per moltissimo tempo, dopo la morte di Belle, non prese in mano i pennelli, poi ricominciò, cercando l’anima della sua amata, nei colori del Cielo, della Luna, colorando le sue tele e le sue opere del suo Infinito Eterno Amore.
Il pensiero di Chagall si fermò un attimo mentre un uccellino, cinguettando, si appoggiò al ramo della vecchia quercia lì vicino. Una connessione d’istanti, di parole, di colori e di profumi.
“Agapanthus” -pensò – è una parola formata da ” Agape” l’Amore universale, quello senza confini, che va oltre il visibile e la visibile vita terrena e “Anthos” il fiore.
Sulla sinapsi immaginaria, una via di collegamento, un ricordo improvviso, le suggerì che Chagall aveva piantato questi fiori nel suo giardino, perchè ne amava molto i colori, la forma, ma anche perchè fiorivano intorno ai giorni della sua nascita, celebrando così il suo compleanno.
“Qual’era?” – pensò.-…il 7 Luglio 1887. Tornò tra le stelle il 28 marzo 1985, all’età di 98 anni. La Racconta Storie guardò l’orologio e vide che segnava le 9.28 del 7 Luglio.
Tanta fu la gioia di scoprire che uno dei suoi artisti preferiti, o lui o chi per lui, avesse mandato un segnale così importante, che prese in braccio la sua Gwen e, baciandola sul pancino le disse: ” Vedi Gwen , Marc Chagall era l’artista che ha reso visibile l’invisibile, ed ora mi ha reso visibile il profumo di un agapanthus, il profumo dell’amore universale.”
Felice, proseguì sul suo cammino, e pensò quali altri fiori potesse avere Chagall nel giardino di Saint Paul de Vence.
Se di giorno, i blu degli agapanthus si stagliavano verso il cielo azzurro del Sud della Francia, sicuramente, di sera, con il calar del sole, il giardino emanava i profumi più intensi dei gelsomini.Sì, non potevano mancare i gelsomini.
ph Ella Donati
Sheherazade, la narratrice delle novelle delle Mille e una Notte, pervase del fragrante profumo dei gelsomini le sue lunghe notti trascorse a raccontare infinite leggende d’amore, sotto i rami intrecciati dei gelsomini, sognanti sotto i raggi della Luna. E forse, ancora lei, raccontò la leggenda delle stelle, precipitate dal cielo, trasformate in gelsomini.
Iniziò ad immaginare Chagall, nel suo giardino, d’estate, sotto i raggi della Luna, mentre come un poeta, raccoglieva le stelle dal Cielo, per portarne i colori e i profumi nei suoi quadri. Era convinta che Chagall avesse letto la leggenda di Sheherazade. Nella notte, affondando le sue narici nel profumo inebriante dei gelsomini, pensava alla bellezza della sua amata che tanto aveva infiammato il suo cuore negli anni ormai trascorsi.
Il Giardino di Chagall cominciava a prendere forma, colori e profumi. L’Agapanthus, il Gelsomino, che altro?
L’immagine di un giardino recintato da muretti in pietra, si dipinse nella sua mente. Su di esso si arrampicavano dei profumatissimi rami di “caprifoglio”, nome derivato dalla capacità della pianta d’inerpicarsi lungo i muretti,come fanno le capre quando si spingono in alto per brucare le foglie di alcune piante di questa specie.
Un’altro fiore bianco! Iniziò ad immaginare un giardino dove le note predominanti fossero quelle dei fiori bianchi, il gelsomino, il caprifoglio, l’ylang-ylang.
Il Caprifoglio doveva esserci per forza. La capacità di aggrapparsi così tenacemente alle superfici che le sono vicine, suggerì la leggenda di un amore indissolubile, quello fra Tristano ed Isotta.
La leggenda narra che sulle tombe dei due amanti spuntarono un albero di nocciolo ed un caprifoglio. Crescendo, si intrecciarono in modo tale che non fu più possibile separarle.
In Inghilterra, donare un ramo di caprifoglio è una promessa d’amore e di fedeltà.
In tutto questo profumo di Bianco inebriante, colorato dell’azzurro degli agapanthus, del cielo luminoso del giorno, del blu del cielo stellato e del mare vicino, non poteva mancare il profumo del Verde Aromatico Mirto.
Tutti conoscono il Mirto per il liquore tipico che è ottenuto dalle bacche raccolte a novembre. Ma il profumo delle suoi fiori è meravigliosamente aromatico ed armonioso, e le sue foglie emanano una sfaccettatura di profumo gradevolissimo, rinfrescante e stimolante.
In un profumo di un giardino a prevalenza di Fiori Bianchi, sicuramente il profumo del Mirto si abbinerebbe perfettamente. Un soffio di verde purezza che rinfresca la dolcezza dei fiori. Nel giardino di Chagall il Mirto rivela la Bellezza. E il Mirto, pianta di antichissime origine, citata già nelle antiche scritture, era pianta sacra a Venere, in quanto, racconta la leggenda, la dea, appena nata dalla spuma del mare, si era rifugiata in un boschetto di mirti.
L'”Acqua Aromatica di Mirto” ( l’acqua ottenuta dalla distillazione per l’ottenimento dell’olio essenziale), era chiamata l’Acqua degli Angeli.
Come non poteva anche il Mirto non appartenere al giardino di Chagall? La racconta storie tornò a casa alla sera e posò i suoi pensieri sulla tavolozza della sua anima.
I profumi aprono svariate porte. Ora, nella sua mente, si stava aprendo un cancello che dava l’accesso al magnifico mondo dell’invisibile scia del profumo che si era reso visibile.
Ecco, dallo scaffale appare il Profumo interprete della Visione Onirica del Giardino di
Marc Chagall
-
Jardin Blanc
Jardin Blanc: Foglie Verdi, Mirto, Honeysucle, Mandarino, Gelsomino, Ylang-Ylang, Chiodi di Garofano, Muschio di quercia, legno di Sandalo, Muschio, Balsamo del Tolu
Il Giardino si è reso Visibile.
Grazie Marc Chagall e…tanti auguri.
Ella Donati
Copyright ©2017 La Vita Presa Per il Naso – Tutti i diritti riservati. Vietata la copia anche parziale.
Cara Ella, avevo letto il tuo magico ultimo articolo pochi giorni fa, poco prima che la Baies des Anges (il dipinto di Chagall mostrato all’inizio), diventasse la Baia della Strage degli Innocenti. L’agapanthus, (il fiore del’amore universale) l’ho portato in omaggio oggi durante il momento di silenzio sulla Promenade. Già…ero lì vicina…Non dimenticherò mai ciò che ho visto. Grazie comunque del messaggio d’amore che condividi.
"Mi piace""Mi piace"