La scena è deliziosa. Lunedì di Pasquetta. Sotto il sole che brilla gioioso tra le nuvole che gli danzano intorno, si svolge l’ora della merenda. Per godere finalmente di questo bel tempo che ci è stato donato, viene stesa sul prato del giardino di casa, un’allegra tovaglietta sulla quale trionfano farfalle dai mille colori.
I bambini, che fino a pochi attimi prima giocavano con Babù e Tatù, due splendidi golden retriever amati quasi quanto i bambini, come vedono arrivare cioccolato e colombe si fiondano con impazienza sull’improvvisato ed alquanto rustico desco.
“Giù le mani!” “Prima di fare merenda ci si va a lavare le mani” gli dice con voce allegra ma decisa la loro mamma.
Intanto che i pargoletti si assentano, si tagliano le porzioni della colomba. Complice anche il calore del sole, il dolce, unitamente al cioccolato, sprigiona un delizioso profumo di vaniglia, zucchero e mandorle.
Una delizia dei sensi anche solo sentirne il profumo! Così è che una parola tira l’altra, e come spesso capita, mi ritrovo a raccontare storie di profumi.
In questa occasione particolare, dove il gusto si coniuga in maniera indissolubile all’olfatto, era inevitabile. Parole, simboli, gusti e sapori danno origine alla storia della Vaniglia che s’intreccia a quella del Cacao.
Quelle stecche marroncino scuro che contengono questi semini profumati, sono i frutti di un tipo particolarissimo di Orchidea: la Vanilla Planifolia, un’orchidea originaria del Messico. In America centrale ebbe origine anche il Cacao, il cui nome botanico “Theobroma Cacao” attribuitogli da Linneo, significa “nutrimento degli dei”.
Il nome “Vanillia” ha un’etimologia provienente da lingue antiche, con una vaga assonanza con il termine “vagina” “guaina” . La similitudine con l’organo femminile che racchiude i preziosi semi che daranno poi origine ai frutti dell’amore è stupefacente.
Ed ora un po’ di storia. Lo spagnolo Cortès. conquistatore del Messico, fu, nonostante gli enormi danni provocati a questi popoli dagli invasori spagnoli, accolto come un dio e come tale, iniziato alle incredibili virtù del Cacao, a cui, solo successivamente, una volta introdotto in Europa, fu aggiunto lo zucchero, dando vita alla bevanda che noi tutti conosciamo: la cioccolata. Molti non sanno però che, per addolcire la bevanda di cacao di per sè non dolce, gli stessi popoli del Centro America, le unirono l’estratto di vaniglia, di cui custodivano i segreti della coltivazione e della sua laboriosa lavorazione.
Sì, perchè per ottenere i baccelli perfetti, morbidi e pacioccosi, gonfi di semini pronti ad inondare le narici di quel straordinario sentire tenero e gustoso, ci vuole molto tempo e grande pazienza.
La Vanilla Planifolia, un uovo vegetale.
Sempre per le curiose similitudini tra natura ed essere umano, dopo nove mesi, i baccelli sono pronti per essere raccolti, ma ancora verdi e non hanno affatto il gradevole odore che ci aspetteremmo. Ci vogliono circa 34 mesi di maturazione ed essiccazione per avere delle stecche di vaniglia perfette e pronte per essere utilizzate. Uno dei metodi pratici per valutarne la qualità, è la possibilità di arrotolarne una sul dito senza che si crepi o si spacchi. Questo è uno dei motivi per cui la vera Vaniglia può avere un costo molto elevato. Ma non solo per questo.

Fino al diciannovesimo secolo, in Europa, la vaniglia, utilizzata molto anche a scopo cosmetico e come profumo, arrivava solo ed esclusivamente dal Messico. Innumerevoli furono i tentativi di riprodurla fuori dal suo habitat naturale, ma tutti senza successo.La fecondazione, nelle regioni d’origine, avviene grazie alla presenza di un insetto del genere Melipona, una specie di ape senza pungiglione, indispensabile per la formazione del frutto.
Due elementi mancavano agli europei per poter godere dei piaceri sensoriali donati dalla vaniglia. Un clima subtropicale e gli insetti per l’impollinazione.
Per l’impollinazione artificiale, un primo tentativo fu effettuato nel 1836 nel giardino botanico di Liegi da un naturalista, poi da un ortocultore francese, ma il pieno successo si ebbe quando un giovane schiavo dell’Isola di Bourbon, mise a punto il procedimento pratico che viene tuttora utilizzato. Poichè all’epoca l’Isola di Bourbon, ora Reunion, faceva parte della Francia, la scoperta venne accreditata ingiustamente ad un botanico francese. Comunque sia, dopo questa scoperta, Bourbon divenne il primo centro di produzione della Vaniglia.
E’ bello sapere che, nel 1848, quando fu finalmente abolita la schiavitù, venne dato il patronimico “Albius”, correlato al colore bianco della vaniglia, ad Edmond, lo schiavo che fu il primo reale inventore del procedimento d’impollinazione.
Da allora la Vaniglia Bourbon è ritenuta la migliore qualità, sebbene esista anche la Vaniglia di Tahiti, il cui baccello, di colore marrone scuro, molto carnoso e spesso. (I migliori sono lunghi 15–18 cm). ha un profumo delicato e caldo, zuccherato come un pan di spezie, con un sottotono fruttato di prugna. E non è finita qui. Molto ci sarebbe da dire sulle varietà di Vaniglia e dei lunghi procedimenti di lavorazione, ma a meno che non vi interessi diventare esperti di storie di “aromi ed amori” (guarda caso le due parole contengono le stesse lettere…ma sarà un caso davvero!?) mi fermo qui.
La Vaniglia, spezia di Luce ed Oscurità
La Luce della vaniglia è la dolcezza della sua polvere bianca dagli effetti vagamente “afrodisiaci”, che parlano di sentimenti d’amore, calmandoci e facendoci sentire al sicuro, riportandoci ai profumi d’infanzia. L’oscurita’ è quel sentirne la forza misteriosa che sprigiona dal suo fiore magico, immerso nel verde profondo della giungla, dove la vaniglia nasce, ascoltando i rumori dell’acqua che scorre e del canto degli uccelli.
Ed ecco che, inevitabilmente, dopo tanto discorrere, arriva la fatidica domanda. Quale tra i profumi alla vaniglia che ho conosciuto mi sono più piaciuti.
Alcuni purtroppo non li hanno più prodotti. Probabilmente erano troppo costosi all’origine. Uno tra tutti era Vanille Absolute di L’Artisan Parfumeur. Un gioiello olfattivo d’eccellenza creato da Bertrand Duchaufour.
Eau Duelle di Diptyque, una bellissima interpretazione della vaniglia nella sua duplice natura di luce e oscurità, è invece ancora presente continuando a mietere lo stesso grande successoche ottenne fin dalla sua nascita nel 2010. In questa fragranza, il suo creatore, Fabrice Pellegrin, accompagna alla vaniglia i sentori di altre spezie, legni e resine che viaggiano lungo le rotte delle spezie, attraverso i mari del Mediterraneo, rendendo la fragranza così universale da trovare un ampio riscontro nei signori uomini.
Eau Duelle è una promessa di amore tra i luminosi accenti del calamo aromatico con il cypriol, unitamente a Bergamotto , Pepe Rosa, Elemi, Olibano, Ginepro, The Nero, Zafferano su un fondo di Muschio ed Ambra grigia. In questo tripudio di note viaggianti sulle antiche rotte delle spezie, fluttua su tutta la composizione, una sensuale Vaniglia, sfaccettata di sentori di cuoio, ricordo di bauli stipati nelle stive di antichi velieri.
I miei interlocutori di quel pomeriggio di Pasquetta, conoscono Eau Duelle. Io stessa gliel’avevo presentata.
Così come ruscelli che scorrono veloci attraverso vallate, altre fragranze sono passate sono passate sotto i ponti della mia curiosità olfattiva. Ultimamente, frequentando alcune profumerie cittadine, ho scoperto, ed in alcuni casi riscoperto dei bellissimi profumi.
Uno di questi è proprio “Vaniglia e Fior di Mandorlo” eau de parfum di Acca Kappa, storica grande azienda nata nel cuore di Treviso nel 1869.
Questa fragranza, creata nel 2014 da un giovane ma molto talentuoso “maestro profumiere” italiano Luca Maffei, mi ha stupito per la sua freschezza e per l’equilibrio della sua composizione.
Splendida l’overture, che inizia con tutta la luminosità straordinaria del vero olio essenziale di Bergamotto ed una traccia di Gelsomino,
si apre poi su un cuore di Vaniglia Bourbon dolce e sensuale, resa delicata da un alito di vento di Mandorli in fiore,
Orientale, gourmande, tenero e fresco, diventa profondamente orientale con un tocco di Sandalo, Muschio, Ambra ed una fantastica nota gourmande creata con Essenza pregiata di Fava Tonka.
Non poteva essere diversamente. Quando spruzzai su un fazzoletto di candido lino “Vaniglia e Fior di Mandorlo”, ne caddero tutti innamorati, uomini, donne e bambini. Ed anche Babù e Tatù scodinzolarono felici osservando la gioia nata dalle parole e dagli effluvi del profumo. Quando si seminano parole d’amore si raccoglie amore, là dove c’è un cuore pronto ad accoglierle.
Alle volte rincorriamo delle idee perchè abbiamo delle convinzioni. Nel mondo dei profumi tanti ancora pensano che siano solo i francesi a fare i migliori profumi. Non è così. In realtà la storia del profumo, inteso come insieme di piacevoli odori, inizia in Italia, ma quella è un’altra storia. Ve la racconterò prossimamente.
…E all’improvviso una farfalla, che sembrava quasi essersi staccata dal disegno della tovaglia stesa sul prato, si pose sulla mia spalla.
Benvenuta Primavera
Ella Donati
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P.s. Poichè mi chiedete sempre dove potete trovare i profumi di cui parlo nei miei post, a Bergamo particolarmente, vi dico che
Eau Duelle lo potete trovare presso “La Profumeria” di Via Quarenghi oltre che in tutti gli Olfattorio Bar a Parfums e le boutique concessionarie di Diptyque.
“Vaniglia e Fior di Mandorlo” di Acca Kappa presso la Profumeria Jolie di Bergamo in Via Torquato Tasso.
E’da un po’che volevo lasciarti un commento ma non trovavo lo spazio! Ciao carissima Ella, grazie per queste fiabe di vita che ci regali. Ti prego non smettere mai! Ma sai che in quest’ultimo mi sono proprio immaginata le scene del racconto?! Fantastico! Un abbraccio! Lucia
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Ciao Lucia! In effetti, non so per quale motivo, era scomparso lo spazio per lasciare i commenti! Ti ringrazio per il tuo commento. 🙏 Saluti affettuosi 💜
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