” Tu stesso sei la porta e il guardiano che proibisce l’entrata” (A: Jodorowskj )
Pensava all’incontro del pomeriggio quella sera, mentre con gesti lenti, quasi come carezze che si soffermano sui pensieri, si toglieva il trucco dal viso.
Gli occhi verdi penetranti si riflettevano nello specchio, ma lei non li vedeva. Parole e finti sorrisi le scorrevano davanti, provocandole un senso di nausea. Lo specchio rimandava, tra la vista appannata dai residui del trucco, delle onde argentate che simulavano il mare dell’inconscio.Non ci voleva credere che fosse possibile. Eppure…Eppure la sensazione era quella che, ancora una volta, quella persona, quella donna, cercasse, con i suoi modi ipocriti e falsi, di carpirle informazioni, tentando di approfittare della sua naturale attitudine ad avere troppa fiducia.
E la cosa la faceva stare male, troppo male. Non era una chiacchierona, ancor meno una pettegola, ma il suo grande entusiasmo per le cose belle e buone, e per le idee che le fiorivano in continuazione nella testa, la portavano, inevitabilmente, ad aver voglia di condividerle, per amore, solo per amore.
Ma non si deve fare. Glielo diceva sempre un suo vecchio, mai dimenticato, grande amore: ” Tu parli sempre troppo”.
Aveva ragione. Da tempo, ormai da anni, aveva imparato a raccontare meno dei fatti suoi a quelle che credeva amiche fidate, ma il suo ENTUSIASMO, il suo avere Dio Dentro, ogni tanto, la faceva ricadere nel desiderio di condividere le proprie scoperte.
Aveva bisogno di un profumo prima di coricarsi, qualcosa che le facesse immaginare di sentire il respiro di una nuvola rosa, il soffio di un iris e di un arcobaleno che, nel sogno, potesse condurla dalla terra al cielo in cerca di risposte, o forse di domande, ed un tocco di violetta, il cui colore e profumo tanto amava da bambina. Quante volte aveva voluto vedere e rivedere le violette che cantavano nel film “Alice nel Paese delle Meraviglie”!!
Già, ora invece, le violette le mettevano un pò di nostalgia e sapeva perchè. Erano l’immagine di un’altra vita a cui guardava con infinita tenerezza. Mentre scorreva lo sguardo sullo scaffale alla ricerca del profumo, guardò fuori dalla piccola finestra della mansarda. e notò che, in cielo. c’era una luna piena tonda tonda. ” Perfetta per sognare, comprendere ed intuire” pensò.
Ed eccolo il profumo perfetto: un accordo di iris, viola, rosa, un soffio poudreè su una base di opoponax. Con un gesto quasi teatrale, chiudendo gli occhi e recitando un breve, magico mantra, s’immerse nella nuvola del profumo e subito il suo umore cambiò.
Soddisfatta della scelta, cullata dalla luna che rifletteva i suoi raggi nella stanza, appoggiò la testa sul cuscino e, in pochi istanti, si ritrovò nel mondo dei sogni. Forse fu proprio per l’iris, che prende il suo nome da Iride, che si ritrovò a camminare su un arcobaleno. La nuvola, con la forma e il colore appena rosato di un piumino di cipria, l’accolse per prima.
All’improvviso si vide come sospesa sulle nuvole, ma non le vedeva più. Era tutto di un soffice grigio rosa. Non era inquieta in realtà, solo un pò smarrita. Nello stesso istante che pensava al suo smarrimento, vide dietro di sè, la persona che aveva incontrato durante il giorno e che le aveva procurato quella sensazione di disagio. Il suo sguardo era strano, vuoto, come perso nel nulla e nel nulla si dileguò.
Avvertì un soffice calore rosato sotto i piedi e, rivolgendo lo sguardo verso il basso per constatare il ritorno alla reale natura delle nuvole, vide, nascosta tra le pieghe di una nuvoletta a strati che sembrava il talamo di una rosa, una grossa chiave scintillante.
Di fronte a sè, ora, si stagliavano, una a fianco dell’altra, una diversa dall’altra, dodici porte. All’improvviso udì una voce dolcissima che le disse: “Non dimenticarti mai di chiederti, di fronte ad ogni circostanza, cosa farebbe l’Amore. Perdona chi ti ha ostacolato e chi ti ha ferito. Era necessario.Se tu ti comporti con Amore, vedrai gli ostacoli come opportunità.
E’ necessario. Sii grata alle curve che hai trovato sul tuo cammino e alle pietre su cui sei inciampata. E’ stato necessario e lo sarà.
Questa chiave apre una sola porta. Sta a te comprendere qual’è la porta che devi aprire . Osservale una ad una. Ricorda: sono 12”
E la voce svanì.
” Ma come faccio a capire tra 12 quale porta apre questa chiave?” si chiese appena si riprese.
Cominciò ad osservarle. Erano 12, dodici come i mesi dell’anno e i segni zodiacali. All’improvviso avevano assunto forme e colori diversi, cambiando disposizione con la velocità di una trottola. L’intuizione arrivò fulminante e lampante, chiara come il sole e la luna in una notte senza nuvole. La sua porta non poteva che essere quella verde e rosa, con l’arco blu, con i colori del mese e dei giorni in cui era nata: i giorni di Floralia, a fine aprile, quando i fiori sbocciano dai teneri verdi boccioli stagliandosi nel cielo blu .
Fiduciosa e serena come non mai, infilò la chiave nella porta e si trovò davanti un meraviglioso giardino, dove gli iris sbocciavano ad ogni suo passo, mentre ciuffi di viole e violette sembravano sorriderle curiose. Tutto era immerso tra le fronde degli alberi da cui trapelavano appena i raggi del sole. Un grande profumatissimo roseto si arrampicava lungo un arco di pietra con al centro, non a caso, un “rosone”, simbolo, fin dai tempi più antichi di segreti celati. E a quel punto si svegliò.
Con il cuore che le batteva forte per la paura di non riuscire a catturare il sogno prima che svanisse, stropicciandosi gli occhi, si tirò su sul letto, prese carta e penna sempre pronte sul comodino, e scrisse tutto quello che riusciva a ricordarsi. Ora aveva compreso. Ringraziò l’Universo, Dio e la Madre Terra per averla ostacolata, attraverso le situazioni, le persone, le scelte sbagliate.
Il più grande maestro era stato il suo ultimo errore. Come nell’ultima memoria di un profumo, si specchiò e non vide più le onde nauseanti argentate, ma la sua immagine riflessa, profumata e colorata con i colori dell’arcobaleno più bello.
Doveva solo seguire l’Amore e gli indizi presenti dentro di sè, fin dalla nascita, per compiere il suo destino.
Aprire la porta del suo GIARDINO SEGRETO e coltivarlo con amore nel segreto del suo cuore.
Pssss!!!: Se volete sapere il nome del profumo scrivetemi: ella.donati@libero.it
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Letto tutto d’un fiato, così come si fa con le storie che ti prendono rendendoti partecipe.
Non ti conoscevo ancora del tutto in questa veste di chi racconta con così tanta disinvoltura, una storia che potrebbe continuare, oppure, che lascia lo spiraglio ad altre storie, appassionate forse, o soltanto storie che nello spazio di poche righe, fanno a gara per farci sentire protagonisti.
Complimenti! 🙂
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Quando sogniamo ci caliamo in un’altra dimensione che poi, forse e’ piu’reale della vita che abitiamo tutti i giorni. Per questo il racconto e’ raccontato in terza persona perche’ e’ la mia terza dimensione, una dimensione piu’ che vera che toglie la maschera alle falsita’! Un abbraccio e a presto
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