La Luna, Chagall e l’agapanthus

3^ed ultima parte del Post Nomen Omen – Nel nome del Profumo –

Nel frattempo prosegue la conoscenza, sempre più entusiasmante, nel mondo della profumeria artistica, spingendomi ad approfondire sempre di più, gli stretti legami tra profumi, musica ed arte espressa nelle più svariate forme, conoscenza favorita dalla fortuna di lavorare nello stesso contesto oggetto della mia appassionata curiosità.

Quando mi capitò di annusare un meraviglioso profumo di Osmanthus, il cui cuore era anticipato da note di the cinese per ricordarne l’origine, ebbi un’emozione che, per un istante, mi catapultò davanti al dipinto di Marc Chagall “Il Pittore sulla Luna”. L’emozione fu forte. Nello stesso periodo, le mie ricerche mi avevano portato sulle tracce di un artista  già da me molto amato durante le superiori, Marc Chagall. Allora mi piaceva la sua pittura naif e il suo utilizzo del colore, ora avevo compreso cosa significasse la definizione che lessi una volta su di lui: 

” Il Pittore che ha reso visibile l’Invisibile”. L’incontro con Chagall non fu per caso, né per coincidenza, ma per serendipità. 

Era il 7 luglio, l’anno non ha importanza. Stavo facendo a piedi la strada che mi conduceva al lavoro e, come quasi tutte le mattine, amavo passare attraverso un parco cittadino per fare il pieno di colori e profumi. Lo sguardo rimase affascinato da un’aiuola dove spiccavano dritti e fieri dei meravigliosi fiori di un bellissimo blu, un blu che diventò per me il Blu Chagall. Distanziati uno dall’altro quel tanto che basta per focalizzarsi sulla loro individualità, gli agapanthus spiccano verso l’alto con un gambo verde robusto ma flessibile come un giunco, per poi sbocciare in una sfera dove la cromia dei fiorellini blu si melange al verde dei piccoli steli, quasi a voler rappresentare il Mondo, con i colori blu del cielo e del mare e i verdi delle foreste e dei prati. Lo so, ho tanta immaginazione, ma se vi fermaste ad osservare la bellezza delle forme e dei colori, riuscireste a percepirne il profumo che non ha. 

 

Sentireste il profumo verde del gambo come quello di un bamboo, sentireste il profumo della terra, dei muschi, dei prati e sentireste il profumo del cielo. Perché altrimenti si chiamerebbe agapanthus? L’agape è l’amore universale, è il cerchio che si chiude, e l’agapanthus era il fiore preferito da Chagall che, nel giardino della sua ultima dimora nel sud della Francia, aveva voluto un’aiuola con questi fiori che fiorivano intorno alla data del suo compleanno che, indovinate un po’, era il 7 luglio. E sono certa, che la sua straordinaria sensibilità gli fece cogliere le sfumature blu di questo fiore per poi riportarlo come paradigma nelle sue vetrate più famose, le quali sembrano vivere di luce propria anche nell’oscurità, quasi a suggerirci di brillare sempre della nostra luce interiore. ..e dal blu di Chagall, mi spruzzo di agape profumato colorato di verde e blu, chiudo gli occhi e ascolto:

George Gershwin – Rhapsody in Blue

https://youtu.be/eFHdRkeEnpM

luna

Chagall, con Belle, sua adorata moglie, avrà ascoltato questa musica mentre dipingeva!? Che meraviglia avere il naso per annusare, la vista per osservare, l’udito per ascoltare, la mente per immaginare, il cuore per amare, grazie Marc, grazie Universo.

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