“Esprimi un fragrante desiderio”. La voce dentro di me ha richiamato alla memoria, questo post, scritto un paio di anni fa. Racconta un pò del mio modo d’interpretare l’Universo Olfattivo.
Ho sempre amato la Peonia. Ha un profumo unico. Ammirare un bouquet di peonie è un’estasi dei sensi dove vista, olfatto e tatto sono coinvolti in un’esperienza meravigliosa
Sotto i raggi della luna, nelle sere di primavera, i suoi petali riflettono la lucentezza della seta, mentre le sfaccettature dei colori del giorno, donano loro voluttà e vellutata cremosità.
Bellezza Pura, regale ed elegante. Il suo nome, in cinese significa “bello”, venerato in Oriente da migliaia di anni, simbolo di fortuna e prosperità.
In tutto il mondo i motivi floreali dei tatuaggi sono condivisi sia negli uomini che nelle donne. Antiche stampe ed incisioni hanno rivelato che le peonie rosse, unitamente a carpe koi, tigri, leoni e serpenti, venivano tatuate dai guerrieri samurai, i quali credevano, secondo un antico gioco di carte giapponese, che l’immagine della peonia tatuata, infondesse coraggio e audacia, per affrontare le battaglie, con la consapevolezza che avrebbero potuto essere le ultime della loro vita.
Appariscente e lussureggiante, vibrante messaggera di fortuna e prosperità, nelle quattro stagioni cinesi, insieme al loto, al crisantemo e ai fiori di pruno, rappresenta la tarda primavera, esprimendo così la metafora della fertilità e della riproduzione.
Collegandola quindi a questo pensiero, è facile intuire che le peonie bianche sono il simbolo delle giovani che si sono distinte per bellezza e purezza, mentre quelle rosse sono il simbolo erotico dei genitali femminili, per cui, quando la rugiada, rappresentazione dello sperma scende, il fiore si apre.
Se fossi una stagione, per una questione anagrafica, potrei essere l’autunno. Cionostante mi sento ancora una primavera, magari tarda, ma primavera. Forse perchè sono nata in questa stagione, e forse è per quello che amo particolarmente le peonie dai delicati toni rosa pastello, esaltate dal verde brillante delle foglie.
L’amai ancor di più quando, un giorno d’aprile soffiato da una brezza di primavera, un piccolo libriccino, spuntando come un verde germoglio da una bancarella cittadina, mi sussurrò parole d’amore affinchè lo acquistassi.
A volte succede. I libri mi chiamano. Se poi si schiantano per terra dall’alto di uno scaffale di una libreria vuol dire che ciò che mi devono dire è ancora piùpregnante di significato.
Lessi il retro della copertina, dove un giornalista del Corriere della Sera, presentava così l’autore:Gian Lupo Osti, è un ex-manager , il signore delle peonie. Una specie cinese porta il suo nome. Molti anni fa scoprì i fiori e diede una svolta radicale alla sua vita.
Invecchiare in Giardino – De Senectute in Horto, questo il titolo del libro, fu letto lo stesso giorno in poche ore. Se lo avessi letto tutto d’un fiato, sarebbero bastate un paio d’ore, ma spesso mi fermavo su una frase, un pensiero, e lo sguardo si soffermava sulle peonie recise di fronte a me. La mia mente era perduta nei semplici pensieri sul senso della vita, espressi con tanta profondità. Gian Lupo Osti, mancato pochi anni fa a più di 90 anni, è stato, oltre che un grande giardiniere esperto di peonie, un artista.
Poichè un artista è colui che riesce a trasmettere pensieri profondi in modo semplice e comprensibile per tutti.
Nel microcosmo del nostro giardino noi ritroviamo in miniatura i problemi dell’universo e ci rendiamo conto di quanto sia inadeguata la nostra mente, la mente umana, a comprenderne pienamente gli innumerabili misteri. G.L. Osti pag.80
Osservando la Natura, ciò che sta in alto così come ciò che sta in basso, possiamo comprendere molto di noi stessi e del senso del succedersi delle stagioni della nostra vita.
“Se la Natura è il tuo Maestro, la Tua Anima si risveglierà.” Goethe
Ma il Profumo della Peonia, la Rosa senza Spine, che ammanta taluni fortunati giardini di maggio, è “irraggiungibile”. Non ho mai trovato finora, nessun profumo che si avvicinasse ai delicatissimi e freschi sentori esalanti dai fiori naturali.
Se fosse uno strumento sarebbe un violino leggero come le sue foglie, pizzicato in modo lieve, da agili dita, respirate di bellezza e nostalgia
Se fosse un Haiku sarebbe:
Peonia
petalo a petalo
palpiti,
ti apri,
ti ricomponi
Ogiwara Seisensui (1884 – 1976)
Se fosse un angolo della casa, per creare una buona energia Feng Shui, e condurre o mantenere un matrimonio felice, sarebbe nell’angolo sud-ovest della camera da letto.
Se fosse un numero sarebbe il 12.
(Le peonie celebrano il 12esimo anno di anniversario di matrimonio.)
Se fosse una Porta sarebbe una Porta semplice e bellissima,

AL N°12, della Scala verso l’Eternità.